Docente

Alessandra Molinari – Professore associato di Archeologia Medievale- Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.

Ha compiuto la sua formazione all’Università di Roma “La Sapienza” ed all’Università di Siena. Fin da studente è stata coinvolta nell’equipe stabile degli scavi della Crypta Balbi (diretti dal prof. Daniele Manacorda), dove ha potuto perfezionare la sua preparazione metodologica, nonché studiare e pubblicare i materiali basso-medievali rinvenuti in quegli scavi. Gli anni immediatamente successivi alla laurea sono stati dedicati ad approfondire problemi di metodo della ricerca archeologica, sia nella ricerca sul campo sia nello studio dei materiali. In particolare, il prof. Riccardo Francovich, con il quale si è laureata, le ha affidato la creazione del laboratorio di archeometria dell’Università di Siena, dedicato alle analisi scientifiche ed allo studio della ceramica e dei metalli. In quell’ambito ha partecipato ad alcuni grandi progetti di analisi scientifiche ed in particolare a quello sulle ceramiche invetriate altomedievali. Ha inoltre organizzato un corso di specializzazione in archeometria e ne ha curato gli atti, assieme al prof. Tiziano Mannoni.

Nel 1989 ha poi iniziato le sue ricerche in Sicilia ed in particolare nell’area di Segesta/Calatafimi. Le ricerche siciliane sono state molto articolate ed hanno consentito di costruire nuovi modelli interpretativi delle trasformazioni sociali e culturali siciliane dal periodo tardoantico a quello svevo. Particolarmente intensivo è stato lo scavo di Segesta (al quale hanno preso parte la Scuola Normale Superiore di Pisa, le Università di Siena e di Lecce), durato più mesi per diversi anni (le ultime campagne sono del 2003). Responsabile per la fasi medievali del sito, ha scoperto monumenti di grandissimo interesse come la grande moschea congregazionale di età normanna, il castello e la chiesa di età sveva. L’aspetto, tuttavia, forse più rilevante del progetto è stato lo studio di Segesta/Calatabarbaro nel suo contesto territoriale. Parallelamente allo scavo sono infatti state eseguite ricognizioni sistematiche di tutto il territorio (co-dirette con il prof. F. Cambi) ed alcuni sondaggi nel castello di Calatafimi (co-diretti con la dott.ssa V. Bartoloni).

Il risultato complessivo di queste indagini globali nel territorio di Segesta-Calatafimi è stato quello di disporre di un modello archeologico estremamente raffinato delle trasformazioni insediative, economiche, sociali e culturali di un’importante area della Sicilia dall’età antica ai giorni nostri. In particolare per quanto riguarda il periodo medievale è stato possibile leggere con chiarezza le fasi bizantine, islamiche, normanne ed infine sveve, contrastando o integrando le ricostruzioni storiche fatte con il solo uso delle fonti scritte.

Parte integrante degli studi siciliani è stata anche la creazione di strumenti precisi di datazione di siti e sequenze, attraverso la nuova costruzione di cronotipologie ceramiche. Questo ha anche consentito la completa reinterpretazione di tutti i siti siciliani editi con fasi dal tardoantico al bassomedieovo. Le indagini sul campo hanno poi riguardato lo scavo di un’interessante area produttiva di età islamica situata a Mazara del Vallo e lo studio dei materiali provenienti dal villaggio di Casale Nuovo (Mazara). Importante è stata anche la verifica delle stratigrafie post-classiche di Selinunte, realizzata in collaborazione con l’Istituto Archeologico Germanico di Roma (prof. D. Mertens).

Le ricerche siciliane sono state oggetto della tesi di dottorato e di numerose pubblicazioni scientifiche, comprensive di una monografia. L’interesse per l’archeologia medievale siciliana non è mai venuto meno ed i contributi più recenti hanno riguardato una lettura dei fenomeni materiali isolani alla luce delle conoscenze sull’Italia ed il Mediterraneo e nell’ambito di temi come la multiculturalità, i conflitti interetnici ed interreligiosi.

Nel 1995, grazie ad una borsa del Governo Spagnolo, ha perfezionato le sue conoscenze sul mondo islamico ed in particolare sui sistemi agricoli di origine musulmana, presso l’Università Autonoma di Barcellona (prof. M. Barcelò)

Nel 1998-99 ha co-diretto (con i proff. Francovich, Manacorda, Papi) gli scavi nell’Ospedale di Santa Maria della Scala a Siena, con interessanti problemi di relazione con il grande cantiere di restauro. Attualmente fa parte del comitato scientifico, nominato dal Comune di Siena, per la realizzazione del museo della città all’interno di questa struttura.

Nel 2001 sono poi iniziate le sue indagini sistematiche ad Arezzo e nel suo territorio. In particolare ha diretto (in collaborazione con la prof. E. de Minicis) numerose campagne di scavo (dal 2001 al 2006) presso il Colle del Pionta ad Arezzo, sede della cattedrale extraurbana a partire dall’altomedioevo. Ha contestualmente intrapreso una completa rivisitazione di quanto noto sulle dinamiche di trasformazione della città tra tardoantichità ed altomedioevo, anche riscoprendo importanti corredi di età longobarda nei magazzini del locale museo archeologico. Le ricerche aretine sono state oggetto di diversi articoli e della curatela di un volume sui risultati preliminari delle ricerche. L’edizione completa degli scavi del Pionta è in avanzato stato di preparazione. Sempre nell’ambito delle ricerche sull’aretino, nel 2006 sono iniziati, sotto la sua direzione, gli scavi sistematici e lo studio delle stratificazioni murarie del castello di Montecchio Vesponi. Le fasi del sito riguardano in particolare i secoli XI-XVIII e stanno permettendo interessanti riflessioni sui modi di vita delle comunità contadine e sulle tematiche dell’incastellamento nel pieno e tardo medioevo (ruolo delle consorterie aristocratiche e dell’egemonia cittadina). L’edizione completa degli scavi è prevista per il 2015.

È membro della redazione delle riviste “Archeologia Medievale”(dal 1987) e “ Arquelogia y Territorio Medieval “(dal 2008), entrambe con diffusione internazionale. Dal 2008 al 2012 è stata vicepresidente della società degli Archeologi Medievisti Italiani (SAMI) e dal 2009 fa parte del comitato internazionale dell’associazione per lo studio della ceramica medievale (AIECM2). Dal 2011 è membro della consulta dell’Archeologia Post-Classica. Le sue ricerche attuali sono incentrate su Roma e il Lazio e sulla Sicilia. In ambito laziale ha collaborato alla realizzazione degli scavi a Roma-Piazza Navona, n.62  Roma – (École Française de Rome) ed alla loro edizione ed a Villamagna – Anagni (dir. dr. E. Fentress e dr. C. Goodson); ha anche cominciato a proporre una revisione critica delle evidenze materiali in relazione al grande modello interpretativo di P. Toubert sul fenomeno dell’incastellamento.

Assieme con i proff. L. Spera, e R. Santangeli, con il patrocinio dell’EFR, della BSR e delle Soprintendenze della città di Roma ha organizzato  un convegno internazionale ed un completo censimento delle tracce di attività produttive a Roma tra V e XV secolo.  A partire dal 2012, nell’ambito dei progetti Filas-Regione Lazio/Università di Tor Vergata e con S. Carocci e N. Giannini, dirige una ricerca finalizzata al censimento sistematico degli edifici di età medievale della città di Roma al fine di ricostruirne la forma urbis digitale (attraverso la costruzione di una piattaforma GIS). Continua a portare avanti le sue indagine sulla Sicilia, dove attualmente dirige insieme a M. Carver (University of York) il progetto Sicily in Transition 600-1200 AD, iniziato nel 2014 e volto alla comprensione delle transizioni vissute dall’isola in età medievale, ponendo particolare attenzione alle strutture sociali, all’insediamento rurale ed ai commerci.

Principali pubblicazioni:

– Le ceramiche rivestite bassomedievali, in L.Saguì, L.Paroli (a cura di), L’esedra della Crypta Balbi nel Medioevo, Firenze 1990, pp. 357-484.

– Scienze in archeologia  (a cura di  T.Mannoni e A.Molinari), Firenze 1990.

– La produzione ed il commercio in Sicilia tra X e XIII secolo: il contributo delle fonti archeologiche,  “Archeologia Medievale”, XXI, 1994, pp.  99-119.

– Segesta II.  Il castello e la moschea (scavi 1989-95), Palermo 1997.

– Dalle invetriate altomedievali alla maiolica arcaica a Roma e nel Lazio (secc. XII-XIV), in S. Patitucci (a cura di), La ceramica invetriata dell’Italia centro-meridionale. Bilanci e aggiornamenti, Atti del Convegno, (Roma 6-7 maggio 1999), Firenze 2000, pp. 27-42.

– Insediamento rurale e fortificazioni nella Sicilia occidentale in età bizantina. Vecchi e nuovi dati su Segesta e Selinunte, in Bonacasa Carra R. M. (a cura di), Byzantino-Sicula IV, Atti del I Congresso Internazionale di Archeologia della  Sicilia Bizantina, Palermo 2002, pp. 323-353.

– La ceramica medievale in Italia ed il suo possibile utilizzo  per lo  studio della storia economica, “Archeologia Medievale”, XXX, 2003, pp. 519-528.-La Sicilia islamica. Riflessioni sul passato e sul futuro della ricerca in campo archeologico in La Sicile à l’Époque islamique. Questions de méthodes et renouvellement récent des problématiques, “MEFRM”, 116, 2004, pp. 19-46

– Arezzo:  il Colle del Pionta. Fonti e materiali dall’età classica all’età moderna (a cura di A. Molinari e C. Tristano), Arezzo 2005.

– La ceramica siciliana di età islamica tra interpretazione etnica e socio-economica, in L’insediamento medievale sulla villa del Vasale di Piazza Armerina, Atti della Giornata di Studi (Roma, giugno 2006), c.s.